Abbigliamento danza

Abbigliamento danza

Abbigliamento danza

In questi giorni mi è capitato di chiedermi più volte quando realmente è avvenuta la nascita dell’abbigliamento danza, quando cioè si è deciso di utilizzare un certo tipo di capi per l’attività della danza. Ho così effettuato una ricerca in internet e ho trovato un sito interessante www.xtimeline.com che riporta una cronologia relativa alla storia dell’abbigliamento danza negli ultimi 200 anni. Ho osservato il  grafico per scoprire da dove ha avuto inizio il dancewear contemporaneo. L’inizio è segnato nel 1800, dove nel balletto le donne indossavano gonne di Tule, e scarpe da ballo di Satine mentre gli uomini vestivano calze di seta e camicie a maniche lunghe, a volte una giacca corta.

Nel 1826 per gli uomini si segna un ulteriore cambiamento grazie alla realizzazione da parte del coreografo danese August Bournoville di scarpette da ballo progettate con tomaia a forma di V nella parte anteriore, scarpette  che vengono indossate ancora oggi. Arriviamo poi al primo vero costume nel 1832. E’ il coreografo italiano Filippo Taglioni che attua una vera e propria rivoluzione nell’abbigliamento danza, realizzando per la figlia un costume formato da una gonna ariosa lunga fino a metà polpaccio,  e lascia scoperti per la prima volta nella storia, il collo, le spalle e le braccia.

Arrivata al 1870, ho scoperto che è l’anno in cui così come è scritto “This is when the bouffant skirt became apart of ballet costumes. Now a days it is referred to as the romantic tutu” ovvero “Questo è quando la gonna bouffant è diventata parte dei costumi per il balletto. Oggi ci si riferisce ad essa come al romantico tutu” . A questo punto sono andata su wikipedia a cercare ulteriori informazioni sul romantico tutu della metà del 1800 e sulla ragione di questa sua affermazione totale nell’abbigliamento dell’epoca. E’ risultato che  i professionisti del balletto, i Russi, volevano poter apprezzare al massimo gli elementi tecnici e il gioco di gambe delle ballerine. Il tutù quindi, arrivando al ginocchio, permetteva alle danzatrici una mobilità molto maggiore in balletti tecnicamente impegnativi come Il Lago dei Cigni, La Bella Addormentata e Paquita.

Ma l’abbigliamento danza incontra il cambiamento più significativo con Isadora Duncan nel 1901

dove una statunitense di origini povere ma vissuta in un ambiente familiare che prediligeva la musica, l’arte, la danza e  la loro espressione, arrivò a sconvolgere tutti i canoni e le rigide regole dettate nel balletto fino a quel momento. E’ lei che viene considerata la pioniera della danza moderna attuale. Incuriosita da questo passaggio epocale per la danza, sono andata alla ricerca di maggiori informazioni su questa ballerina e ho trovato in questo blog danzaterapia-rossana.blogspot.it che consiglio di visitare, molte informazioni sulle sue scelte in tema di abbigliamento danza e alcune parole che lei stessa ha utilizzato per descrivere la danza:

Per me la danza non è soltanto arte che esprime l’anima umana attraverso il movimento, ma è anche il fondamento di una concezione totale della vita, di una vita più libera, più armoniosa, più naturale…Quelle posizioni sgraziate e innaturali non esprimono assolutamente lo stato di abbandono dionisiaco, che ogni danzatore dovrebbe conoscere …inoltre i movimenti genuini non sono inventati, ma riscoperti…il principio unico e fondamentale sul quale ho buona ragione di basarmi è l’ unità ritmica presente in tutte le manifestazioni della Natura…e sempre inserisco nei miei movimenti un pò della continuità divina che dà a tutta la Natura la sua bellezza e la sua vita….per me la danza ha come meta l’ espressione dei sentimenti più alti, profondi dell’ anima umana, quei sentimenti che nascono dagli dei che vivono in noi, da Apollo, Pan, Bacco, Afrodite…la danza deve infondere in noi un’ armonia ardente e palpitante “.

( Isadora Duncan da “Lettere alla danza “).

La mia ricerca si è fermata qui. Quello che ho compreso sia ripercorrendo le origini, sia osservando le tendenze dell’abbigliamento danza attuale e che si è sempre ricercato il giusto equilibrio tra la necessità di rendere totalmente liberi e fluidi i movimenti dei ballerini e l’esaltazione totale dell’espressione tecnica e del corpo.

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